Festa del beato Egidio 2019, nell’VIII centenario dell’incontro tra san Francesco e il Sultano d’Egitto
Un pomeriggio denso di momenti significativi ha caratterizzato la festa del b. Egidio del 2019. Come da tradizione consolidata la comunità francescana di San Francesco del Monte in Perugia fa memoria ogni anno del Transito del beato Egidio, avvenuto il 23 aprile del 1262 in questo luogo, dove dimorò per oltre trent’anni.
I diversi momenti celebrativi hanno avuto come tema di fondo l’incontro tra San Francesco e il Sultano d’Egitto, di cui ricorre l’VIII centenario (1219-2019), evento che nel nostro tempo assume un tono del tutto particolare.
Alle ore 16.00, il pomeriggio si è aperto in biblioteca con un interessante video relativo alle celebrazioni del centenario che hanno avuto luogo nei primi giorni di marzo in Egitto, la terra in cui avvenne l’incontro tra il santo di Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil: https://www.youtube.com/watch?v=oqKrpFtjdHU&t=463s.
Dopo il saluto del p. guardiano fra Enrico Voltolini, ha avuto luogo la conferenza, dal titolo: “Il dialogo ospitale. Memoria dell’incontro tra san Francesco e il Sultano” tenuta dal prof. Marco Dal Corso, docente presso l’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia.
Il dialogo interreligioso – ha precisato Dal Corso – non indaga gli eventi passati con l’intento di ricostruire la verità storica, ma si rivolge a un evento storico per coglierne la valenza per l’oggi. Liberandoci pertanto dalla pretesa di una fedele ricostruzione dell’incontro tra san Francesco e il sultano, di cui la storia non riferisce i dettagli, vogliamo lasciarci interrogare per l’oggi da quell’episodio accaduto nel 1219 a Damietta. Il professore illustra alcune delle più disparate interpretazioni, più o meno accettabili, date nel corso dei tempi moderni a quel singolare incontro tra cristianesimo e islam: Francesco pacifista, che si scaglia contro le crociate; Francesco in cerca di martirio; Francesco mediatore di pace … Dopo essersi liberati dall’assolutizzazione dell’una o dell’altra interpretazione, è possibile cogliere alcune categorie utili per il nostro tempo che emergono da quell’evento:
- Francesco mostra che alla tirannia del presente, dettata dalle inevitabili conseguenze del conflitto, è possibile un’alternativa. Quell’incontro, che agli occhi della storia è stato fallimentare (il sultano non è divenuto cristiano; Francesco non è morto martire; le crociate sono continuate) conteneva in sé un germe di profezia.
- Francesco si presenta anzitutto nella sua identità di uomo, prima ancora che con quella di cristiano.
- Abolisce la categoria di nemico, come è scrive nella Regola bollata al cap. X:
E coloro che non sanno di lettere, non si preoccupino di apprenderle, ma facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, di pregarlo sempre con cuore puro e di avere umiltà, pazienza nella persecuzione e nella infermità, e di amare quelli che ci perseguitano e ci riprendono e ci calunniano, poiché dice il Signore: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano e vi calunniano; beati quelli che sopportano persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli. E chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo”. [FF 104]
- Rifiuta la categoria del malecidio presentata da san Bernardo di Chiaravalle, secondo cui l’uccisione di chi è nemico attivo di Dio e dei cristiani non è peccato, ma estirpazione del male.
- Il dialogo passa anzitutto attraverso i gesti, secondo l’insegnamento che il santo di Assisi ha lasciato in eredità ai suoi frati:
I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio a e confessino di essere cristiani. [FF 43]
Non sappiamo le parole scambiate tra il santo di Assisi e il sultano, ma possiamo vedere come Francesco abbia messo in atto l’ospitalità offerta con il suo ascolto e la sua minorità. Francesco ci offre il modello dell’ospitalità asimmetrica, in cui l’accolto non viene fatto sentire in dovere di ricambiare l’ospitalità ricevuta, in questo caso nel dialogo. Un tale atteggiamento di apertura verso l’alterità ci conduce ad una visione nuova sull’islam: non è possibile che anche questa religione, discendente anch’essa da Abramo, abbia un ruolo nel piano di salvezza di Dio per l’umanità?
L’intervento del prof. Dal Corso, di cui qui abbiamo presento una breve sintesi, comparirà a breve in una rivista specifica. Bibliografia consigliata per il tema in questione è la recentissima pubblicazione di p. Giuseppe Buffon: https://www.edizioniterrasanta.it/shop/francesco-lospite-folle/.
Il Ministro provinciale, fra Claudio Durighetto, ha presieduto la celebrazione eucaristica della Domenica della divina Misericordia, a partire dalla cappella del beato, da cui avrebbe dovuto aver inizio la processione, impedita dal maltempo.
Ha fatto seguito l’inaugurazione del grande affresco cinquecentesco restaurato grazie al notevole contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia.
Dopo il buffet, ci è stato offerto un piacevolissimo concerto ensemble maschile “Schola Gregoriana Assisiensis” diretto da p. Maurizio Verde ofm e dall’ensemble “I trobadores” di Assisi, inframezzato da una scena dello spettacolo “Dallo scarto alla lode. Il poverello di Assisi cantore del creato”, di cui è stato rappresentato l’incontro tra san Francesco e al-Malik al-Kamil.
Con gioia e gratitudine, alle 22.30 si è conclusa la nostra giornata di festa.