La testimonianza di Marco
Affinché due persone siano amiche, entrambe devono superare le barriere dell’egoismo, aver acquisito la capacità di saper tacere quando è necessario. Di più, saper ascoltare, essere presenti, utili ma senza imporsi, sopportare quando necessario, umili nel dare e chiedere perdono.
Come deve essere una buona amicizia lo indica Gesù Cristo quando ci invita a una maggiore perfezione. Difatti, ci chiede di amare gli altri come noi stessi; di amare anche chi ci maltratta. È un modello d’amore: “Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amato”. (Gv 15,12).
Sì, nell’amicizia cristiana si possono riconoscere uno dei doni più dolci e soavi offerti dall’infinita bontà di Nostro Signore Gesù Cristo. Un dono che per essere autentico deve contenere un amore solido verso Dio che certifichi la ragione della sua esistenza. A queste condizioni l’amicizia sarà un poderoso sostegno e un sollievo alle amarezze di questa vita, per continuare nell’eternità.
L’amicizia, infine, è uno tra i sentimenti più belli perché dona emozioni e complicità nell’assoluta gratuità. Si può camminare accanto e nello stesso tempo crescere insieme pur percorrendo strade diverse, consapevoli dei reciproci bisogni, come dei fiori che hanno necessità della pioggia per aprirsi e mostrare tutta la loro bellezza. Nell’amico c’è sempre un qualcosa di noi, un modo possibile d’essere, un riflesso di una identità che potremo assumere.
“Monteripido per me è stato un luogo importante, dove le culture si incontrano e si conoscono, dove il dono gratuito dell’amicizia fortifica e fa crescere. Il passaggio di Francesco di Assisi è chiaro e netto: l’amore vince su tutto.”
Giuseppe Marco Randazzo (Sicilia)
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